La madre fondatrice

La Madre Anna Maria Cànopi

Nel folto ammanto
sulla collina
in festa di vento
e d’uccelli
l’albero canta.
Ma quando sarà spoglio
e si vedranno vuoti
i piccoli nidi,
si scoprirà
l’amore
della sua vita,
il dono
del suo restare
povero
solo
in grande silenzio.

Non è facile parlare di madre Anna Maria Cànopi, o, più semplicemente, «la Madre», che per tanti anni è stata il cuore pulsante della nostra Abbazia, da lei fondata l’11 ottobre del 1973. In questi ultimi mesi, successivi al suo «transito», avvenuto proprio nel giorno del transito di san Benedetto, tanto si è scritto su di lei, sulla sua vita e sulla sua eredità spirituale. Ciascuno lo ha fatto a partire dalla propria sensibilità, dal suo singolare incontro con lei.

Ci aiuta, forse, lasciarci ispirare dai versi poetici di cui sapeva incomparabilmente rivestire il suo sentire così schivo. Si può infatti, pensando a lei, adoperare proprio l’immagine di un grande albero, dalle radici ben affondate nella terra e svettante verso il cielo con tanti rami, fitti fitti, protesi anch’essi verso l’alto, in cui migliaia di uccellini possono trovare riparo dai venti di bufera.

Ora che è immersa nel grande silenzio dell’Amore, possiamo in realtà meglio intuire il dono di averla incontrata, di aver vissuto con lei, tanti anni o pochi mesi, di esserle state, comunque, figlie.

Nata e cresciuta in una famiglia numerosa, fra le dolci colline dell’Appennino piacentino prima e dell’Oltrepo pavese poi, ha mantenuto vivo il suo saldo legame con una cultura contadina, ricca di grandi valori umani e cristiani. Ha sempre portato con sé il senso forte di essere “famiglia”: un luogo di accoglienza in cui ciascuno poteva e doveva trovare posto, sentirsi a casa.

Papa Benedetto XVI in visita al Priorato Regina Pacis

Fin dall’inizio dell’insediamento sull’Isola, non prendeva mai alcuna decisione senza aver consultato la Comunità che allora era davvero minuscola, ma che sentiva parte imprescindibile del suo stesso essere. Anche a tavola, in tempi iniziali di grandi stenti, ogni piccolo dono era condiviso e nessuno poteva rifiutare anche solo un assaggio di quanto era destinato a tutte.

Si sentiva allora una Madre “piccolina”, e si può dire che la sua stessa maternità è cresciuta e si è dilatata con noi.

Come sembrano lontani i giorni in cui alla prima Lectio di Avvento, dopo un puntuale avviso sul giornale diocesano, abbiamo accolto – stupite – gli unici due partecipanti: una coppia di insegnanti di Intra, subito da noi soprannominati… Adamo ed Eva! Si ripresentarono poi puntualmente nei sabati successivi diventando, negli anni, fedelissimi al Monastero, fino a ritenere davvero la Madre, la «loro» Madre e a trasmetterne la stima ai figli.

Ogni giorno Madre Anna Maria offriva una lectio come risonanza alla Parola di Dio proclamata nella Liturgia mattutina o – nei Tempi Forti – Avvento e Quaresima – a commento di alcuni temi biblici.

Certamente si documentava sui testi – e a questo era stata esigente scuola la revisione letteraria e liturgica della Bibbia richiestale dalla CEI – ma poi, quello che nasceva era davvero frutto di preghiera e di ispirazione. Lei stessa diceva di «ascoltare» quanto le sgorgava dentro. Nonostante i lunghi anni in cui ha svolto questo servizio alla Parola, possiamo testimoniare che non era mai ripetitiva. Ogni ascoltatore attento sentiva quanto diceva con un accento che lo interpellava in prima persona e spesso lo muoveva ad una profonda conversione.

Quasi tutti i suoi libri non nascevano a tavolino ma dalla trascrizione e successiva revisione di queste parole vive, rivolte a persone che della Parola di Dio vivevano.

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C’è una parola di bellezza
che non è ancora risorta;
continua a edificarsi in me:
sei Tu, Gesù,
Cristo, nostra salvezza.

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