Il mirabile mosaico della santità

Il mirabile mosaico della santità

Novembre 30, 2025 |

Carissimi nel Signore!
In questi ultimi mesi ci hanno accompagnato le figure di molti santi, tracciando le tappe del nostro “pellegrinaggio” nell’Anno Giubilare della speranza.

A partire dalla solennità del nostro Santo Padre Benedetto, in piena estate, fino alla canonizzazione dei santi Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, all’approssimarsi ormai dell’autunno, abbiamo percorso con loro tanta strada, conosciuto luoghi nuovi e osservato con stupore come, nella santità, è possibile e bello l’incontro fecondo di epoche, di esperienze e di carismi diversi, molto diversi.

Mentre ci preparavamo a festeggiare il 52º anniversario di Fonda- zione del Monastero (11 ottobre), la sconvolgente notizia del deva- stante incendio che ha quasi totalmente distrutto il monastero delle Romite Ambrosiane della Bernaga, ci ha spinte a rileggere comunitariamente la biografia della fondatrice, Madre Maria Candida Casero. Ci siamo così trovate in un’oasi monastica nel silenzio orante e laborioso, all’inizio della loro fondazione, tanto simile alla nostra. Nello stesso tempo con il cuore percorriamo la «via di san Francesco» in comunione spirituale con due ospiti del monastero pellegrini – zaino in spalla – verso Assisi e Roma… E già ci vengono incontro altri volti amici, come quelli della missionaria salesiana santa Maria Troncatti, di san Bartolo Longo, del neo-dottore della Chiesa John Henry Newman… Quanta ricchezza, quanta grazia! Come cantiamo nella solennità di Tutti i Santi:

«Avanza cantando la folla dei salvati: immagine di gioia, amor dai cento volti
che tutti insieme formano, nell’immensa luce, la sola icona di gloria: Gesù Cristo».

Per Lui hanno vissuto, per Lui tutto hanno perduto e in Lui tutto trovato. È questa totalità il loro segreto e la sorgente del fascino che esercitano sui nostri cuori. Come stelle nel cielo notturno, i santi brillano di gioia e ci fanno alzare lo sguardo, ci indicano misteri nascosti, ci danno un coraggio nuovo, ogni mattina. Oh, come è bello contemplare il cielo stellato nel chiostro ancor prima che la Liturgia apra le nostre labbra al canto della lode divina! I santi ci fanno sognare, ma non sono sogni… «Con la loro fede, con la loro carità, con la loro vita – affermava papa Benedetto XVI – sono stati dei fari per tante generazioni, e lo sono anche per noi. I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)» (Udienza, 13 aprile 2011).

E qui il discorso diventa serio. Se un tempo, forse, si poteva pensare che i santi fossero degli “eroi”, dei “fuori serie”, dopo il Concilio Vaticano II e dopo il Pontificato di san Giovanni Paolo II – con la moltitudine di beati e di santi che ha iscritto nell’albo del cielo – risplende in tutta la sua evidenza e bellezza che la chiamata alla santità è per tutti. Todos, todos, todos, direbbe Papa Francesco! Sì, per tutti, anche per me che scrivo, anche per te che leggi. E devo subito aggiungere che non è neppure una “libera scelta”, un’opzione che posso fare o non fare, a mio piacimento, perché la santità altro non è che il pieno sviluppo del Battesimo, come spiga matura da seme nascosto.

A ciascuno si impone, allora, una domanda: sono disposto a la- sciarmi trasformare da Cristo in modo che Egli possa vivere e regnare in me in pienezza, compiendo il più bello dei suoi miracoli: la nostra santità. È questo anche il più grande desiderio del Padre, che «in Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo», perché siamo «santi e immacolati nella carità» (cf. Ef 1,4).

In Lui siamo stati scelti, amati dall’eternità: Cristo è la Via del nostro pellegrinaggio verso la santità, un pellegrinaggio che dura tutta la vita… Ci sgomenta questo? Ma non siamo soli! Come dice san Benedetto, tutti insieme formiamo una schiera fraterna (cf. RB 3), in cammino dietro a Cristo, che è la nostra Via, ma anche la nostra Vita, il Pane che ci sostiene, la Luce che ci illumina, il Figlio che ci insegna a invocare Dio con il nome di Abbà, papà.

«La santità – diceva ancora Papa Benedetto XVI – non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vi- vere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti». E subito si chiedeva: «Posso farlo con le mie forze?». No! «Una vita santa non è frutto principalmente del nostro sforzo, perché è Dio, il tre volte Santo (cf. Is 6,3), che ci rende santi, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci trasforma».

Tutto facile, allora? No! Il Signore ci fa dono della grazia santificante, ma è come un seme gettato nella nostra terra. Occorre accoglierlo e non soffocarlo, per permettergli di crescere e di svilupparsi. Occorre il “sì” della nostra libera volontà al dono gratuitamente ricevuto.

Il pellegrinaggio della santità è, dunque, il quotidiano cammino di conversione, sempre ricordandoci, come ci dice san Benedetto, che i giorni della presente vita ci sono dati proprio a tal fine, avanzando sulla via della santità sotto la guida del Vangelo, nulla anteponendo all’amore di Cristo, anche quando la sua Via si fa ardua.

Tra poco inizieremo un nuovo Anno Liturgico. Sia nostro impegno viverlo intensamente come cammino di sempre più profonda conformazione a Lui nell’amore. Perché l’amore, e solo l’amore, è santità: quell’amore umile e silenzioso che diffonde pace e irradia gioia.

Lungo il corso dell’anno, poi, giorno dopo giorno, il calendario ci fa fare memoria di una moltitudine di santi: sono i nostri fratelli maggiori che ci tendono la mano e ci invitano a proseguire il cammino senza scoraggiarci, anzi, prendendo sempre più vigore dalla mèta che ci sta innanzi. Sì, i santi, nella loro diversità, rispondono alle esigenze, ai desideri e anche alle paure e ai dubbi nascosti nei nostri cuori.

Ecco, nell’Avvento, venirci incontro san Giovanni Battista, a gridare con noi, dai nostri deserti, la sete di Dio: Vieni, Signore Gesù!

Ecco, nel tempo di Natale, san Giovanni evangelista e santo Ste- fano, a ricordarci che Dio è amore e perdono e che nell’amore vissuto, nel perdono donato ancora Egli si incarna nella nostra vita.

Ecco, in Quaresima, la presenza rassicurante di san Giuseppe, con il suo silenzio di obbedienza e di fiducioso abbandono a Dio.

E poi, nel Tempo di Pasqua, è tutto un fiorire di santi, come i prati a primavera… La loro presenza continua, sollecita, nello scorrere dei giorni ordinari. Invochiamoli con fede, senza dimenticare il nostro Patrono di cui portiamo il nome: è bello festeggiare l’onomastico!

I santi – diceva Benedetto XVI nella Catechesi cui ho fatto già più volte riferimento – sono “indicatori di strada”, sono come «tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore».

Non lasciamo mancare il nostro piccolo – ma unico – tassello al capolavoro divino! E Maria, Madre di tutti i santi, ci aiuti: sotto la sua protezione, avanziamo insieme con speranza.

Vi benedico nel Signore

M. Maria Grazia Girolimetto osb
Isola San Giulio, 11 ottobre 2025
52º anniversario di fondazione del monastero «Mater Ecclesiæ»

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