Uno sguardo nella bottega del Manto della Madonna di Oropa…
Agosto 22, 2021 |
Il manto della Madonna di Oropa ha preso forma
e vita nel Laboratorio di restauro.
Come dice il noto motto «Ora et labora», la vita monastica benedettina è un armonioso e sapiente intreccio di preghiera e lavoro. Ancor prima dell’alba, la campana ci raduna tutte insieme in Coro per il canto delle Vigilie. E la preghiera continua, seguendo proprio il ritmo del sole, fino alla santa Messa e al canto dell’Ora Terza, l’ora dello Spirito Santo, che ci invia al lavoro. E nel lavoro, come nei tanti servizi comunitari, la preghiera – quella corale e quella personale che ogni monaco e monaca eleva a Dio nel silenzio della propria cella e del proprio cuore – si incarna, diventa vita. Veramente, c’è un continuo “scambio”: la preghiera è “lavoro” – impegno serio e coinvolgente – e il lavoro è preghiera, perché tutto ciò che facciamo è – vuole essere, desideriamo che sia – un’offerta al Padre di tutta la fatica umana e una pura lode alla Santissima Trinità: una supplica e un canto.
Nel nostro orario quotidiano, al lavoro sono dedicate tre ore al mattino e le ore pomeridiane fino ai Vespri. In questo tempo, ogni sorella è là dove l’obbedienza la manda, impegnata in uno dei Laboratori (Restauro tessili antichi, Ricamo di paramenti sacri, Tessitura, Scrittura di icone, Artigianato artistico) o nei servizi comunitari (cucina, lavanderia, foresteria, portineria, sartoria…). Il monastero è come una grande famiglia in cui a ciascuno è affidata una specifica mansione, per il buon andamento comune. Il lavoro è compiuto in silenzio, e questo ci permette di custodire nel cuore la Parola di Dio ascoltata nelle celebrazioni liturgiche, affinché possa mettervi radici, germinare, fiorire e portare frutto. Non è sempre facile custodire il silenzio, ma ci impegniamo a farlo, perché il silenzio dà ai nostri laboratori un’atmosfera di pace e di preghiera e impregna di preghiera anche i nostri lavori.
Il manto della Madonna di Oropa ha preso forma e vita nel Laboratorio di restauro. Per la sua confezione hanno lavorato principalmente una decina di sorelle: c’è chi ha ideato e disegnato il modello, chi taglia e prepara le tesserine dalle stoffe che ci giungono, chi cuce… C’è davvero lavoro per tutte! E, al di là delle sorelle specificamente addette a questo lavoro, l’intera Comunità si è lasciata coinvolgere con grande gioia e slancio. Sono proprio tante le sorelle che danno il proprio contributo di manodopera e di preghiera, dedicandovisi nel tempo del riposo o nei giorni di festa. Fin dall’inizio, quando è giunta la proposta (che era ancora solo un’idea), l’adesione è stata corale: l’abbiamo sentita come una chiamata comunitaria a prendere parte ad un singolare evento di fede. Certamente, come in ogni lavoro da progettare e realizzare, non sono mancati e non mancano preoccupazioni, imprevisti, problemi da risolvere, ma emerge sempre di più che questo lavoro è per noi un grande dono. È stata un’occasione per dilatare il nostro cuore accogliendo le necessità, le sofferenze, i desideri dei nostri fratelli, che vediamo, per così dire, rappresentati nelle tante “tesserine” che cuciamo. Quelle “stoffe vissute” che arrivano in laboratorio ci parlano, sono vive: c’è un ritaglio dell’abito da sposa, c’è il grembiule o la tuta da lavoro, la veste candida del Battesimo, il velo di consacrazione, un semplice fazzoletto… Per questo sono accolte innanzitutto nella nostra preghiera, e poi lavorate con forbici, ago e filo. Dal tessuto originale vengono ritagliati dei quadrati tutti uguali, che poi vengono piegati e imbastiti, per formare delle tesserine di cm 4,5×4,5, pronte per essere cucite su un supporto di base, che costituirà l’interno del grande manto della Madonna d’Oropa, per il solenne evento della V Incoronazione. E mentre le applicavamo sulla stoffa, ancor più cuciamo quelle tesserine nel nostro cuore, come figli che la stessa Vergine Maria ci ha affidato non solo per il tempo di questo lavoro, ma per sempre. Figli di cui non vedremo mai il volto, né conosceremo la voce, ma che presentiamo al Signore, perché li colmi della sua benedizione.
La gioia e la bellezza della comunione
I fedeli stessi ci hanno insegnato che cosa desiderare dalla V Incoronazione della Vergine di Oropa. L’arrivo di così tanti frammenti di tessuto – ben oltre ogni aspettativa – ci fa toccare con mano che la fede nel popolo è ancora viva. E il manto – ora che la realizzazione è già abbastanza avanti – appare bellissimo nei suoi mille colori. È come un grido di bambini festanti che si eleva al cielo, come la supplica di figli che tendono le braccia alla loro Madre nel desiderio di essere da lei accolti, come il canto del Magnificat! È la voce di un popolo che ancora si riconosce «popolo di Dio», in cammino verso il Cielo, in un santo pellegrinaggio, avanzando insieme, sotto la protezione di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. In un tempo di crescente individualismo, questo manto ci insegna e ci mostra la gioia e la bellezza della comunione.
Un frammento di vita
Ogni stoffa che passa nelle nostre mani è un frammento di vita, una pagina di storia sacra di un fratello o di una sorella che desidera mettersi sotto il manto della Madonna. Nessuna tesserina ci lascia indifferenti, ma ciascuna diventa motivo di elevare al Signore preghiere di supplica, di ringraziamento, di lode, di affidamento, di intercessione. Sappiamo che tra le pieghe di questo manto ci sono gioia e dolore, salute e malattia, vita e morte: c’è, nel piccolo, tutta l’umanità rappresentata da queste storie concrete. In ogni tesserina leggiamo come un atto di consegna della persona nelle mani di Maria, un suo affidarsi a Lei, la Madre, perché si prenda cura della sua vita, affinché sia una vita santa. Ciascuna tesserina diventa allora per noi come una reliquia, come un tassello di una storia sacra che solo il Signore conosce. E questo ci riempie di stupore. Lavorando nel silenzio, ci pare quasi di udirle parlare, quelle tesserine, raccontarci la loro storia, stringere amicizia con noi. Ma nel silenzio della sera, quando si spengono le luci dei nostri telai, come incenso si eleva al cielo una preghiera, una preghiera che domanda gioia, speranza, Vita vera. E noi le guardiamo, le contempliamo, le ascoltiamo, e, silenti, le porgiamo a Lei, la Madre, la Regina del Monte d’Oropa, che veglia sui figli pellegrini sui ripidi sentieri della storia.