La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. (Osea 2,16)
Maggio 23, 2021 |
Vuoi ritagliare qualche giorno per conoscere il fascino della vita monastica? Vieni e Vedi...per condividere la nostra giornata di preghiera e lavoro.
Ritiro per ragazze dai 18 ai 35 anni
Ritiro per ragazze dai 18 ai 35 anni
➢ dal 28 luglio al 1 agosto
➢ dal 18 agosto al 22 agosto
puoi chiamare: 0322 90324 oppure 0322 90156
email: isolasangiulioabbazia@gmail.com oppure benedettineisolaportineria@gmail.com
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La bellezza della vita monastica
Carissimi giovani,
non è facile dirvi in poche parole in che cosa consista il carisma della vita monastica. Essa, tra tutte le vocazioni, è forse la meno compresa proprio perché è la più nascosta e, apparentemente, la meno utile – infatti non si propone specifiche opere di carattere apostolico, assistenziale o educativo.
Qual è dunque il suo senso, la sua bellezza?
La vita monastica ha il suo fascino segreto semplicemente nell’essere una risposta radicale e assolutamente gratuita all’Amore gratuito di Dio, ma senza perdere di vista gli uomini. Essa è un segno trasparente delle realtà invisibili, un anticipo del Regno che viene, e nello stesso tempo nulla di quanto concerne l’uomo nella sua situazione storica le rimane estraneo. È una vita in Dio per i fratelli; si pone quindi nel cuore della missionarietà ecclesiale.
In che modo si realizza questo? Attraverso una via molto concreta: la scelta della verginità consacrata e la vita in seno ad una comunità, sotto una regola e un abate, con l’impegno fondamentale di praticare stabilmente la povertà, l’umiltà, l’obbedienza, per diventare non più soltanto una persona che prega, ma una preghiera incessante; per essere non soltanto una persona che fa qualche cosa per gli altri, ma che sempre sta per gli altri davanti a Dio.
La vita monastica nasce dal desiderio di prendere alla lettera la parola di Gesù nel dimostrare con i fatti che non c’è amore più grande di quello che spinge a dare la vita per gli altri. Se uno la valuta dal punto di vista individualistico ed efficientistico, non può che trovarla assurda. Ma se uno ha fede e accetta la “stoltezza” della croce, comprende che la vocazione monastica è situata proprio nel cuore del mistero cristiano, affonda le sue radici nel “Fiat” – Sì di Maria a Nazaret, e nel “Fiat”– Sì di Gesù nell’ora della sua Passione redentrice.
Il monastero non si addice quindi a coloro che cercano di realizzare se stessi su un piano puramente umano, ma è per i veri poveri in spirito che – toccati da Dio – intuiscono che cosa sia la crescita dell’uomo interiore fino alla piena statura di Gesù Cristo. Scoperto il tesoro – che è Gesù stesso – lo scelgono come unico amore e per esso non esitano a considerare tutto il resto come un nulla, anzi come “spazzatura” da lasciarsi dietro le spalle, secondo l’espressione di San Paolo (cf. Fil 3,8).