Cinquant’anni di storia
non sono altro che un’infinità di istanti
in cui Egli ininterrottamente si è reso presente
nel nostro cammino.
non sono altro che un’infinità di istanti
in cui Egli ininterrottamente si è reso presente
nel nostro cammino.
Con grande gratitudine al Signore
Siamo ormai entrati nell’anno 50° dalla fondazione della nostra Comunità monastica, ricorrenza che ci incamminiamo a vivere con gioia, semplicità e grande gratitudine al Signore. Nel fare memoria di quegli umili inizi – ancora vivi nel ricordo di chi era presente e divenuti ormai “patrimonio comune” attraverso i racconti e le immagini che li hanno consegnati alla custodia del cuore di ciascuno di noi – non possiamo che elevare a Dio, con rinnovato ardore e devozione, il canto della lode e del ringraziamento!
Volgiamo lo sguardo a Maria
Carissimi amici del monastero,
quante le speranze, le gioie, le lacrime e i dolori che ogni cuore umano custodisce, sperimenta, affronta lungo il cammino della vita! Quante le situazioni in cui – nella prova, nel dubbio, nella paura – abbiamo bisogno di una mano che ci sostenga e ci accompagni con materna dolcezza e sicura fortezza! Quante le occasioni di stupore e di grazia che il Signore continuamente ci dona e che possono dare colore nuovo alle nostre giornate!
E quanto, tutto questo nostro vivere, lottare, desiderare, è serbato e difeso da Colei che nel suo grembo ha accolto il Signore, che nella sua casa lo ha accudito, che nel suo cuore ne ha custodito parole e silenzi, profezie e sofferenze, certezze e speranze.

Maria, la più bella “immagine” di Dio

Immagini di un pellegrinaggio
Come figlie, Maria, a Te siamo venute, pellegrine e mendicanti, portando con noi le gioie e le sofferenze dell’intera umanità. In Te abbiamo trovato la porta che tutti conduce all’incontro col Signore, e sotto il tuo manto ci hai rivestite di misericordia e di pace.
Immagini di un pellegrinaggio
Come figlie, Maria, a Te siamo venute, pellegrine e mendicanti, portando con noi le gioie e le sofferenze dell’intera umanità. In Te abbiamo trovato la porta che tutti conduce all’incontro col Signore, e sotto il tuo manto ci hai rivestite di misericordia e di pace.

Alla scuola di san Benedetto “Ora et labora”
Maggio, mese di Maria che si apre con la festa di san Giuseppe. Nella nostra preghiera, nel nostro lavoro, è la fecondità di chi accoglie il Signore a Lui donando la vita.
Alla scuola di san Benedetto “Ora et labora”
Maggio, mese di Maria che si apre con la festa di san Giuseppe. Nella nostra preghiera, nel nostro lavoro, è la fecondità di chi accoglie il Signore a Lui donando la vita.
Cristo mia speranza è Risorto!
Carissimi amici del monastero,
oggi i colori del cielo sono più vivaci rispetto a qualche giorno fa. Oggi il profumo dei fiori è più intenso e il canto degli uccelli è più allegro. Oggi la nostra vita ha un colore nuovo e più bello, un profumo delicato e inatteso, una gioia più grande e stupenda!
Oggi è la Pasqua di Cristo a trasformare il volto delle nostre giornate! Il Signore è Risorto: ha ridonato la Luce, ha rinnovato la Vita, ha riacceso l’Amore. Da quel mattino di Pasqua – dal vuoto di un sepolcro – è partito un annuncio che ha dato vigore e speranza a cuori affranti e sfiduciati, e quell’annuncio, in una corsa di “timore e gioia grande” (Mt 28,8), non si è più fermato.

Nella luce di Cristo Risorto
Alleluia! Cristo è Risorto! Cristo è la nostra Gioia! È la gioia dell’amore vero, dell’amore libero dalla schiavitù del peccato, libero di donarsi, libero dalla vecchia mentalità mondana. È la gioia della vita risorta, della santità.
Nella luce di Cristo Risorto
Alleluia! Cristo è Risorto! Cristo è la nostra Gioia! È la gioia dell’amore vero, dell’amore libero dalla schiavitù del peccato, libero di donarsi, libero dalla vecchia mentalità mondana. È la gioia della vita risorta, della santità.
La gioia di un cammino orientato a Dio
Carissimi amici del monastero,
ogni anno il mese di marzo porta con sé come un lieve respiro di speranza e nostalgia, di attesa e di annuncio. I ritmi ancestrali delle stagioni ci indicano il mese di marzo come il passaggio verso il rifiorire della vita, che è l’accadere della primavera, e il calendario liturgico in questo stesso mese ci fa ordinariamente percorrere il tempo di cammino quaresimale, per giungere – con la Pasqua del Signore Gesù – non solo ad un rifiorire, ma al risorgere della Vita dalla morte. In ambito monastico, questa dimensione di passaggio e di rinascita è ulteriormente sottolineata ed arricchita dalla solennità del transito di san Benedetto, il cui passaggio all’eternità avvenne il 21 marzo del 547.
Proprio nella medesima data, come delicato sigillo della Provvidenza sulla sua vita monastica, nel mattino del 21 marzo 2019, anche la nostra Madre fondatrice – Madre Anna Maria Cànopi – è stata chiamata a vivere la sua nascita al Cielo.

Trasfigurazione della morte
Trasfigurazione della morte

Donna del Vangelo, dell’Ascolto e dell’Agàpe
Inesauribile è l’amore di Dio. Quell’amore che “i monaci e le monache, e poi anche tutti i consacrati e le consacrate” rendono presente nel mondo e che è da loro “tenacemente testimoniato nella vibrazione di infinite parole e silenzi”.
Nella Parola di Dio noi scopriamo questo amore, nell’ascolto autentico e profondo possiamo lasciarcene plasmare, nella carità vissuta lo doniamo ai fratelli.
Donna del Vangelo, dell’Ascolto e dell’Agàpe
Inesauribile è l’amore di Dio. Quell’amore che “i monaci e le monache, e poi anche tutti i consacrati e le consacrate” rendono presente nel mondo e che è da loro “tenacemente testimoniato nella vibrazione di infinite parole e silenzi”.
Nella Parola di Dio noi scopriamo questo amore, nell’ascolto autentico e profondo possiamo lasciarcene plasmare, nella carità vissuta lo doniamo ai fratelli.

L’ultimo approdo
Il silenzio è uno stato interiore, è un canto del cuore. A volte il silenzio prende anche la forma di un luogo esteriore e di un tempo preciso: un’isola, un lago, un giorno o un istante. Anche una folla può diventare silenzio, là dove si percepisce che l’eternità ha già preso possesso della storia in cui vivi.
L’ultimo approdo
Il silenzio è uno stato interiore, è un canto del cuore. A volte il silenzio prende anche la forma di un luogo esteriore e di un tempo preciso: un’isola, un lago, un giorno o un istante. Anche una folla può diventare silenzio, là dove si percepisce che l’eternità ha già preso possesso della storia in cui vivi.

San Giulio approda all’Isola Solitaria
Ogni luogo è una storia, e ogni storia – anche affondando le sue radici in un lontano passato – parla al nostro oggi e ci interpella. La vicenda di san Giulio, così distante nel tempo da noi, è stato l’inizio remoto di una storia che continua…
San Giulio approda all’Isola Solitaria
Ogni luogo è una storia, e ogni storia – anche affondando le sue radici in un lontano passato – parla al nostro oggi e ci interpella. La vicenda di san Giulio, così distante nel tempo da noi, è stato l’inizio remoto di una storia che continua…

L’approdo della Comunità
di Madre Anna Maria
di Madre Anna Maria
Là dove una persona dice il suo sì al Signore, fioriscono miracoli. Ben al di là di ogni aspettativa e progetto umano, la risposta delle nostre prime sorelle alla chiamata di Dio ha dato avvio ad una storia per cui ogni giorno ancora rendiamo grazie e ripetiamo il nostro sì!
L’approdo della Comunità
di Madre Anna Maria
di Madre Anna Maria
Là dove una persona dice il suo sì al Signore, fioriscono miracoli. Ben al di là di ogni aspettativa e progetto umano, la risposta delle nostre prime sorelle alla chiamata di Dio ha dato avvio ad una storia per cui ogni giorno ancora rendiamo grazie e ripetiamo il nostro sì!

Il mio approdo all’isola
di Mariella Carpinello
di Mariella Carpinello
Ci sono luoghi che parlano, luoghi in cui il cuore percepisce “un di più” che lo raggiunge in maniera inattesa e misteriosa. Bisogna allora sapersi mettere in ascolto, lasciarsi accompagnare alla scoperta non solo del luogo fisico e geografico, ma della Presenza che lo abita e che lo rende ciò che è.
Il mio approdo all’isola
di Mariella Carpinello
di Mariella Carpinello
Ci sono luoghi che parlano, luoghi in cui il cuore percepisce “un di più” che lo raggiunge in maniera inattesa e misteriosa. Bisogna allora sapersi mettere in ascolto, lasciarsi accompagnare alla scoperta non solo del luogo fisico e geografico, ma della Presenza che lo abita e che lo rende ciò che è.

Di immagine in immagine
Tra il lago ed il cielo, tra l’ieri e il domani. Di immagine in immagine affiora il ricordo e prende il largo il presente. Gli anni di storia sono canto di lode che si innalza al Signore: magnificat anima mea, magnificat Dominum in aeternum!
O Dio, ci hai donato una casa su questa piccola isola, e la casa sei Tu, che sempre fai nuove tutte le cose e ancora continui a chiamarci per nome.
Di immagine in immagine
Tra il lago ed il cielo, tra l’ieri e il domani. Di immagine in immagine affiora il ricordo e prende il largo il presente. Gli anni di storia sono canto di lode che si innalza al Signore: magnificat anima mea, magnificat Dominum in aeternum!
O Dio, ci hai donato una casa su questa piccola isola, e la casa sei Tu, che sempre fai nuove tutte le cose e ancora continui a chiamarci per nome.

Una casa da abitare, un tesoro da scoprire…
Riportiamo brevi stralci dell’omelia e del dialogo fraterno avuto con Mons. Massimo Camisasca l’11 ottobre 2022. Si apriva in quel giorno il cammino verso il 50º di fondazione. Le parole a noi offerte sono state un vero dono da custodire nel silenzio del cuore, un seme da affidare alla grazia, un segno di amicizia da condividere.
Una casa da abitare, un tesoro da scoprire…
Riportiamo brevi stralci dell’omelia e del dialogo fraterno avuto con Mons. Massimo Camisasca l’11 ottobre 2022. Si apriva in quel giorno il cammino verso il 50º di fondazione. Le parole a noi offerte sono state un vero dono da custodire nel silenzio del cuore, un seme da affidare alla grazia, un segno di amicizia da condividere.

Anna Maria Cànopi. La spiritualità dell’abbandono
Dal settembre 1994, in cui la incontrai per la prima volta, alla primavera 2019, in cui lasciò questo mondo, non sono mancate le opportunità per scrivere di madre Cànopi. Ogni volta è stato naturale ritornare all’indigenza radicale da cui origina l’abbazia Mater Ecclesiæ, che l’accomuna ai nuovi corsi nella storia della consacrazione.
Anna Maria Cànopi. La spiritualità dell’abbandono
Dal settembre 1994, in cui la incontrai per la prima volta, alla primavera 2019, in cui lasciò questo mondo, non sono mancate le opportunità per scrivere di madre Cànopi. Ogni volta è stato naturale ritornare all’indigenza radicale da cui origina l’abbazia Mater Ecclesiæ, che l’accomuna ai nuovi corsi nella storia della consacrazione.