Bello in cielo, bello in terra

Bello in cielo, bello in terra

Agosto 22, 2021 |

Lo sguardo che si posa su quanto ci circonda invita alla contemplazione, al silenzio, ad aprire il cuore a lasciarsi invadere dalla pace, che è il nome stesso di Dio.

Carissimi nel Signore,

In questo numero del nostro “foglio di collegamento” vi raggiungerà nel pieno del periodo estivo, quando tutti cercano ristoro lontano dalle città tumultuose e dagli impegni pressanti che per molti hanno segnato la ripresa della vita con il suo ritmo consueto. Se è naturale voler dimenticare i lunghi giorni del lockdown, è importante però far tesoro della loro forse amara lezione.

Il primo atteggiamento può essere dunque quello della gratitudine nel ritrovarsi a contatto con la natura e la sua «bellezza consolatrice». Vogliamo perciò soffermarci proprio su questo tema.

A volte basta poco, anzi, pochissimo per trovare sollievo, guardando l’azzurro del cielo o il verde dei campi o la distesa sconfinata del mare, con le sue cangianti sfumature e il suo moto incessante.

Lo sguardo che si posa su quanto ci circonda invita alla contemplazione, al silenzio, ad aprire il cuore a lasciarsi invadere dalla pace, che è il nome stesso di Dio.

Sgorga allora la preghiera di lode e di ringraziamento, che con il Salmista ci fa esclamare: «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!» (Sal 8,2). E ancora: «I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia!» (Sal 65,14).

Il verde dei prati e delle foglie, che erompe nel suo rigoglio, ci ricorda il continuo miracolo della vita che sa riprendere vigore quando tutto sembrava – nei giorni dell’inverno – irrimediabilmente morto.

Ci sono però altri aspetti di bellezza che ci sorprendono in questi giorni estivi. Pensiamo alla multiforme galleria dei volti e delle storie di santi, che la Liturgia ci propone giorno dopo giorno. Leggere il martirologio è un’avventura di indubitabile fascino che ci fa scorgere l’infinita capacità di Dio di dipingere i tratti del suo Figlio nei luoghi più lontani e impensati o in quelli più consueti e quotidiani.

Ogni nome racchiude allora un invito a lasciarsi toccare dalla grazia e ad esclamare con sant’Agostino: «Si isti et istæ, cur non ego?» (Conf IX,27). Se questi e queste sono diventati santi – cioè belli della bellezza di Dio – perché non anch’io?

Oggi, ad esempio, mentre vi scrivo, siamo riconoscenti per il dono degli umili nonni di Gesù che hanno generato Maria, l’immacolato fiore, Colei che ha portato la salvezza all’intero genere umano. A loro, nella Prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, Papa Francesco ha dedicato un suggestivo Messaggio, pieno di conforto e di speranza: «Il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: “Io sono con te tutti i giorni”. Lo dice a te, lo dice me, a tutti. Il Signore sempre è vicino a noi, sempre».

A proposito di speranza, come non ricordare poi la Lettera apostolica «Candor Lucis æternæ», proposta per commemorare il nostro sommo Poeta, Dante Alighieri, di cui ricorre il VII centenario della morte?

Sono proprio i poeti che riescono a schiuderci degli spiragli sul mondo della bellezza per farci intuire fra parole consuete il mistero della Parola con cui Dio si china continuamente sulla nostra solitudine per colmarla con il suo conforto e la sua consolatrice bellezza.

Scoprire la Parola è infatti accorgersi che – per usare la famosa espressione di Antoine de Saint-Exupéry nel suo testo Il piccolo principe – «ciò che rende bello il deserto è il fatto che da qualche parte nasconde un pozzo…».

La Parola è proprio quel pozzo capace di diventare per noi fonte di pace e di gioia. Come dice il nostro santo Padre Benedetto: «Quale pagina o quale parola rivelata, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, non costituisce una norma rettissima per la vita dell’uomo?» (RB 73,3). La Parola è lampada ai nostri passi (Sal 119,105) e ci rivela i tratti del Volto di Colui che è Via, Verità e Vita (cf. Gv 14,6).

Anche la festa della Trasfigurazione – che celebriamo il 6 agosto nel fulgore dell’estate – spalanca nuovi orizzonti alla nostra contemplazione. Come un tempo i tre discepoli prediletti, Gesù ci chiama ad andare con Lui in un luogo solitario e davanti ai nostri occhi attoniti mostra lo splendore di bellezza normalmente celata ai nostri sguardi: un anticipo di Cielo che ci lascia sbalorditi, come bambini che riescono solo a balbettare: «È bello per noi essere qui» (Mc 9,5).

È sempre inquietante pensare che questo giorno di luce e di gloria è diventato purtroppo celebre per uno dei più nefasti avvenimenti della storia umana: il lancio su Hiroshima della prima bomba atomica. È come se fossero accostati la luce divina e il potere diabolico di distruzione, di sterminio e di sfigurazione.

In fondo, troviamo qui il quotidiano dramma dell’uomo, chiamato alle altezze e sedotto dal male che lo vuole solo distruggere.

È lo stesso mistero che la Liturgia adombra nella solennità dell’Assunzione: mentre la Tutta Bella, la Donna vestita di sole, è assunta in cielo, scoppia una grande guerra (cf. Ap 12). Ma il male non vince, perché Maria è rivolta totalmente e solamente a Gesù.

Lasciamoci allora richiamare anche noi dalla voce di sant’Agostino alla contemplazione di Colui che ha assunto la nostra natura e, pur stravolto dalla ferocia umana, è e rimane bello: «Bello in cielo, bello in terra; bello nel grembo di Maria, bello nelle braccia dei genitori: bello nei miracoli, bello nei supplizi… Bello nella Croce, bello nel sepolcro, bello nel cielo… E la debolezza della carne non distolga i vostri occhi dallo splendore della sua bellezza» (Esposizione sui salmi, 44,3).

Ci sia dato, proprio in questo tempo di vacanza, di tenere fisso lo sguardo del cuore su di Lui.

Isola San Giulio, 26 luglio 2021

Nella grata e affettuosa memoria

della festa onomastica di Madre Anna Maria

 

Così la mente mia, tutta sospesa,

mirava fissa, immobile e attenta,

e sempre di mirar faceasi accesa.

(Paradiso, XXXIII, 97-99)

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