Icona di Pociaev
Dicembre 22, 2022 |
Pensando all’icona di Natale da proporvi quest’anno, non abbiamo avuto dubbi. Vogliamo condividere con voi quanto hanno vissuto le nostre sorelle iconografe – e noi tutte con loro – a proposito dell’icona di Pociaev.
È un’icona che ha per oggetto Maria e il suo Bambino, un’icona giunta a noi tutta forata. I piccoli fori sono dovuti ai tarli, ma la prima impressione per noi, è stata quella di contemplare un’immagine di profonda sofferenza, quasi crivellata dai colpi delle armi. Per lungo tempo l’abbiamo venerata alla statio, il luogo in cui ci ritroviamo per entrare processionalmente in cappella. Poi il restauro delle nostre abilissime sorelle iconografe, ne ha svelato tutta la bellezza e la dolcezza, tanto da non poterla più riconoscere. Sembra proprio che Maria abbia voluto comparire come segno di speranza, con i tratti antichi ritrovati e un nuovo splendore, che lascia intravvedere anche una vera e propria Risurrezione, che preghiamo sia la sperata anticipazione della sorte della amata nazione ucraina.
Come ci è arrivata
Un sacerdote molto buono che conosciamo, e che da qualche anno un virus ha reso paralitico, ci ha portato un’icona dell’Ucraina da restaurare a marzo, poco dopo lo scoppio della guerra. La piccola icona era della Madre di Dio della tenerezza, molto molto rovinata, tutta tarlata, e i volti della Madonna e del Bambino erano quasi illeggibili.
Davanti a questa icona tutta la comunità ha pregato ogni giorno e il 25 marzo, dinnanzi a quest’immagine abbiamo pregato per la consacrazione dell’Ucraina e della Russia al Cuore immacolato di Maria.
Il fatto che fosse piena di buchini e di tratti rovinati ci richiamava tanto il dolore del popolo, ucraino devastato dalla guerra.
A un certo punto abbiamo dovuto sottoporre l’icona a un trattamento antiparassitario molto accurato in una specie di camera di plastica trasparente, per quasi un mese: ci è sembrata un’incubatrice per una nuova nascita, via tutti i parassiti!
In questi giorni infine abbiamo potuto cominciare il restauro: dopo aver rimosso tutto il nero e le incrostazioni, sembrava che dall’icona fosse sparito anche quello che prima si vedeva, un disastro totale insomma, perché era tutta bianchiccia della soluzione per pulirla.
Invece quando la sorella ha cominciato con la lente a riprenderla, via via sentiva che la sua mano era come guidata, il biancore lasciava il posto ai colori originali e si scoprivano le tracce per integrare ciò che era andato perduto nel tempo. La monaca diceva che prima di cominciare il lavoro era sgomenta, come davanti all’impossibile, poi si è proprio sentita potentemente aiutata e in brevissimo tempo l’icona è ricomparsa. Ed è ricomparsa con la corona, come Regina, e con un piccolo telo avvolto in una mano a indicare la Passione che dovrà subire il suo Figlio.
Ma cosa c’è sotto di Lei?
Abbiamo un po’ studiato su questo e ci sembra che compaia il simbolo che nelle icone indica la nostra terra, il nostro mondo: il quadrato, visto in prospettiva e parzialmente, verde come la corona… e come la terra ucraina. Ci sembra proprio che Maria abbia voluto comparire come Regina della Ucraina, con i tratti antichi ritrovati e un nuovo splendore! A noi è sembrato un evento profetico, la speranza di un futuro migliore e sotto la protezione della Madonna. Ci siamo commosse!
Madre di Dio di Pociaev (spiegazione dell’icona)
La tavola riproduce l’icona della Madre di Dio, detta in russo Pociaevskaja, la cui storia è legata alla località di Pociaev nella regione di Volyn’ (Ucraina) che, all’epoca della comparsa dell’icona, faceva parte dalla Polonia. La Vergine è effigiata nel tipo iconografico della tenerezza, che mostra l’intimità affettuosa tra il Figlio e sua Madre: Maria porta il Bambino sul braccio destro e lo stringe contro di sé; inchinando la testa, tocca con la sua guancia quella del Figlio, il quale cinge il collo della Madre ed appoggia i piedi sul braccio sinistro della Vergine. L’ultimo particolare iconografico è un prestito dall’arte occidentale. La Madre di Dio veste un ricco maphorion rosso con ampie dorature, nella mano sinistra stringe un fazzoletto bianco, un’allusione al futuro dramma della Passione (lo userà per asciugare le lacrime).
L’immagine della Vergine è inserita in una nicchia sorretta da colonne corinzie riccamente ornate da motivi floreali. In alto due angeli adagiati sulle nubi portano una corona; in mezzo a loro risplende, sprigionando raggi della luce, il monogramma della Vergine. Sopra il riquadro centrale, in mezzo alle foglie dell’acanto, sono visibili i cherubini. Ai lati dell’immagine centrale sono raffigurati il sole e la luna all’interno di un fregio, anch’esso formato dalle foglie dell’acanto. Nel registro inferiore decorato dai festoni compare il cartiglio con la scritta: «Immagine dell’icona miracolosa della Santissima Madre di Dio Pociaevskaja apparsa nell’anno 1573(?)». In basso, due monaci sono raffigurati genuflessi davanti ad un’impronta del piede che irradia luce.
La storia dell’icona narra dell’apparizione miracolosa della Vergine (verso l’anno 1340) sul monte di Pociaev a due monaci stabilitisi vicino, in una grotta. Dopo l’apparizione, i monaci scoprirono un’impronta del piede lasciata dalla Madre di Dio su un sasso riempita di acqua limpida. L’impronta miracolosa fece sciogliere il sasso, formando una fonte prodigiosa che portò guarigione a numerose persone. Più tardi, nel 1595, il Metropolita di Costantinopoli Neofito, ringraziando Anna Goyskaja, nobildonna che gli offrì ospitalità, la benedisse con un’icona della Madre di Dio portata da Costantinopoli (la data riportata sul rivestimento metallico non coincide con quella della leggenda). L’immagine cominciò ad operare dei miracoli e la nobildonna decise di portarla nel 1597 nel monastero sul monte Pociaev. Da quell’epoca la fama dell’icona prodigiosa che continuava ad operare dei prodigi si diffuse ampiamente anche nella Russia. L’icona porta un prezioso rivestimento d’argento con un punzone del 1844 che sembra contemporaneo all’esecuzione della tavola.
Con Maria per la Pace
Potete vedere l’icona prima del suo restauro nella pagina Con Maria per la Pace.