Dedicazione della Basilica Lateranense
Novembre 9, 2025 |
Nel Vangelo odierno incontriamo Gesù che sale a Gerusalemme ed entra nel tempio. Qui è presente una gran folla, ma molti sono indaffarati a vendere buoi, pecore e colombe che vengono offerti al Signore e poi utilizzati per i sacrifici.
Dal Vangelo secondo Giovanni
(2,13-25)
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
(2,13-25)
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Non fate della casa del Padre mio un mercato!
Ai mezzi esteriori per purificarci rappresentati dal digiuno, dalla preghiera e dalle opere di carità fraterna devono però corrispondere una ricerca sincera di Dio e la consapevolezza della nostra vocazione di cristiani chiamati ad essere tempio santo in cui abita la sua gloria.
Offrire un culto vero
Per la Pasqua il popolo sale a Gerusalemme anche da luoghi lontani, perciò non mancano neppure i banchi dei cambiavalute. L’atmosfera è quindi molto simile a quella che si incontra in un vero mercato e Gesù, preso dallo zelo per la casa del Padre suo che deve invece essere luogo di preghiera, pieno di sdegno, compie un gesto sorprendente: rovescia i banchi dei cambiavalute e caccia tutti i commercianti fuori dal tempio.
Se non abbiamo cura nel fare continuamente un discernimento sui nostri pensieri e sentimenti, sul nostro modo di agire e di parlare, può accadere anche a noi di comportarci come mercanti, anziché come credenti e veri adoratori di Dio. Siamo quindi invitati ad ascoltare con attenzione e amore la Parola del Signore per purificare il nostro tempio interiore ed eliminare dal nostro cuore tutto quello che non è santo e gradito a Dio.
Il vero tempio
Ai Giudei, sorpresi dal suo comportamento, Gesù risponde: «Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo farò risorgere». Gesù si riferisce a se stesso: il suo corpo distrutto sulla croce dopo tre giorni sarebbe risorto; è Lui stesso il nuovo tempio, il vero luogo di culto spirituale degno dell’eterno Padre. Anche la Chiesa, la vera casa di preghiera che siamo noi uniti in Cristo formando un solo corpo mistico, non può crollare, non può essere distrutta. Dio abita in noi, quindi è la nostra interiorità che deve essere pura e umile e che deve veramente offrire a Dio il culto in spirito e verità. Credere significa amare veramente Dio e i fratelli; dobbiamo perciò impegnarci ad esprimere la bellezza del culto a Dio vivendo nella fede e nella carità, cantando la misericordia e la bontà di Dio, manifestando la sua pazienza e la sua benevolenza. Tutti gli uomini devono trovare posto nel nostro tempio interiore, le porte del nostro cuore devono essere sempre aperte e pronte ad accogliere e ospitare ogni uomo, affinché tutti possano rendere grazie a Dio che ha operato la salvezza per mezzo di Gesù Cristo fattosi uomo per renderci partecipi della sua vita immortale.
Dobbiamo fare pulizia nella nostra coscienza e nel nostro cuore per essere liberati, purificati e santificati dalla grazia del Signore che non ci viene mai rifiutata, se la invochiamo con sincero desiderio.
Preghiera
Veniamo a te, Signore Gesù,
vera tenda del convegno,
tempio vivente non costruito da mano d’uomo,
pieno della gloria di Dio, il Santo.
Venga il tuo Spirito d’amore
e faccia di noi una limpida casa di preghiera,
splendente di santità e di bellezza,
in cui sempre risuona
il lieto canto della lode.
Amen.