Lo scrigno della sapienza di Dio
Agosto 8, 2024 |
Sapienza del cuore – dice Gesù – non è “disinteressarsi”, ma “non preoccuparsi”; è vivere di fede, in fiducioso abbandono al Padre.
Carissimi nel Signore,
lasciandomi guidare dalla Liturgia di questi primi giorni d’estate, vi rivolgo due inviti risuonati durante la santa Messa: «Guardate gli uccelli del cielo… Osservate i gigli del campo» (Mt 6,26.28). San Benedetto direbbe: «Dilatate il vostro cuore» sugli ampi spazi del creato, sui vasti orizzonti della preghiera, sulle alte vette del silenzio: sia la vostra estate tempo privilegiato di contemplazione!
«Come è possibile?», mi direte. «Troppo grande è la sofferenza nel mondo; troppe persone vivono drammi così immani, tragedie così atroci che neppure riusciamo a comprendere come possano sostenerli. E noi dovremmo volare alto nel cielo, tranquilli e sereni?».
Non certo all’indifferenza ci invita il Vangelo, quanto piuttosto alla “sapienza del cuore”. Del resto, il cielo stesso ha pianto a dirotto lungo tutta la primavera; la natura è stata sferzata da venti impetuosi. Abbiamo sentito il gemito di tutte le creature e dell’intera umanità, che ancora e sempre risuona dentro di noi, rivolgendoci un urgente appello.
Sapienza del cuore – dice Gesù – non è “disinteressarsi”, ma “non preoccuparsi”; è vivere di fede, in fiducioso abbandono al Padre.
E questo richiede una vera, profonda conversione.
Si legge in un racconto del rabbino Baal Shem Tov: «Noi abbiamo uno scrigno, provvisto di un’enorme serratura, ma la chiave è stata smarrita». «Lo scrigno – prosegue il racconto – è la sapienza di Dio, il suo amore, la sua fedeltà. La serratura è il cuore dell’uomo». Ogni più accurata ricerca risulta inutile: la chiave non è sul tavolo di lavoro, non è tra le pentole della cucina, non è negli armadi strapieni di abiti, non è negli scaffali impolverati della biblioteca, non è tra gli attrezzi da giardino e neppure nel ripostiglio del “di tutto un po’ ”… Dov’è allora? Vano anche sollevare tappeti e spostare quadri e statue. La “preoccupazione” cresce e la ricerca si fa affannosa, aumentando solo il disordine e l’ansia… Che fare? Lo scrigno è lì, davanti ai nostri occhi, ma… impossibile aprirlo. Dopo tanto cercare, un’idea luminosa: chiediamolo umilmente al saggio maestro Baal Shem Tov: «Che cosa fare?», risponde stupito: «Semplice. Prendi un martello e spacca la serratura!».
Ecco la via per trovare il “tesoro”, che da sempre è lì ad attenderci! Il cuore “spezzato”, il cuore contrito, ci apre al dono della Sapienza, ci apre all’incontro vero e profondo con Gesù. E la vita si trasfigura.
Con Gesù, possiamo volare alto nei cieli, non con la testa tra le nuvole, ma immersi nella preghiera, per guardare all’umanità con occhi di misericordia e indicare agli sfiduciati una via di speranza.
Con Gesù, contemplare i gigli dei campi significa scoprire il mistero di Dio nella bellezza del creato e rendere lode al Padre; vuol dire vivere in pura gratuità, chinandosi con amore sui piccoli e i poveri, sacramento di Dio per la nostra salvezza.
Con Gesù, dimorare nella cella del cuore ci pone in attento ascolto della volontà di Dio che ogni giorno, come mendicante, bussa alla nostra porta. Dire con prontezza il nostro «sì», e poi declinarlo – come diceva Christian de Chergé – nei piccoli dettagli dell’ordinaria quotidianità, è quella sapienza che al mondo appare stoltezza, ma stoltezza non è.
Augurandovi una bella estate, tutta trapunta di luminose feste, vi benedico nel Signore
M. Maria Grazia Girolimetto osb
Isola San Giulio, 23 giugno 2024 – XII Domenica del Tempo Ordinario